mercoledì 31 dicembre 2008

La passione (6)


Giovanni 19:17-42 Ed egli, portando la sua croce, si avviò verso il luogo detto "del Teschio", che in ebraico si chiama "Golgota",
dove lo crocifissero, e con lui due altri, uno di qua e l'altro di là, e Gesù nel mezzo.
Or Pilato fece anche un'iscrizione e la pose sulla croce, e vi era scritto: "GESÙ IL NAZARENO, IL RE DEI GIUDEI".
Così molti dei Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città, e quella era scritta in ebraico, in greco e in latino.
Perciò i capi dei sacerdoti dei Giudei dissero a Pilato: «Non scrivere: "Il re dei Giudei", ma che egli ha detto: "Io sono il re dei Giudei"».
Pilato rispose: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
Or i soldati, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato, e la tunica. Ma la tunica era senza cuciture, tessuta d'un sol pezzo da cima a fondo.
Dissero dunque fra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamola a sorte per decidere di chi sarà»; e ciò affinché si adempisse la Scrittura, che dice: «Hanno spartito fra di loro le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica». I soldati dunque fecero queste cose.
Or presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria Maddalena.
Gesù allora, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quel momento il discepolo l'accolse in casa sua.
Dopo questo, sapendo Gesù che ogni cosa era ormai compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete».
Or c'era là un vaso pieno d'aceto. Inzuppata dunque una spugna nell'aceto e postala in cima ad un ramo d'issopo gliela accostarono alla bocca.
Quando Gesù ebbe preso l'aceto disse: «È compiuto». E, chinato il capo, rese lo spirito.
Or i Giudei, essendo il giorno di Preparazione, affinché i corpi non rimanessero sulla croce il sabato, perché quel sabato era un giorno di particolare importanza, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo e poi anche all'altro, che era crocifisso con lui;
ma, arrivati a Gesù, come videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati gli trafisse il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua.
E colui che ha visto ne ha reso testimonianza e la sua testimonianza è verace, ed egli sa che dice il vero, affinché voi crediate.
Queste cose infatti sono accadute affinché si adempisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso».
E ancora un'altra Scrittura dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo queste cose, Giuseppe d'Arimatea che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù; e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù.
Or venne anche Nicodemo, che in precedenza era andato di notte da Gesù, portando una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in panni di lino con gli aromi, secondo il costume di sepoltura in uso presso i Giudei.
Or nel luogo dove egli fu crocifisso c'era un orto, e nell'orto un sepolcro nuovo nel quale non era ancora stato posto nessuno.
Lì dunque, a motivo del giorno di Preparazione dei Giudei, misero Gesù perché il sepolcro era vicino.

Gesù condannato viene posto sulla croce. Un atto di pazzia se pensiamo che Egli si lascia mettere in croce senza reagire, senza difendersi ma ribadendo la Sua missione alle richieste di Pilato, che probabilmente rimane colpito dalle Sue parole, ma nulla fa per impedire quella morte. In quel momento nessuno capisce la forza di quel gesto, ma più tardi i Suoi discepoli capiranno quella morte che porta in realtà la vita nel mondo. Egli è dato sulla croce per i nostri peccati, perché ognuno di noi che sappia accettare quel gesto ritrovi la pace e l’unione con Dio stesso. Forse parlare di peccato nel ventesimo secolo può apparire troppo antico, ma il gesto di Gesù non lo è, continua a rimanere attuale, è la follia che diventa suprema ragione e verità, un gesto che sovverte ogni logica.
Presso la croce erano presenti anche sua madre Maria, che probabilmente era rimasta con lui dopo la morte del padre. Le vedove erano all’ultimo gradino della scala sociale e se non avevano qualcuno che le sostenesse potevano anche morire di fame. Gesù morente sulla croce, sapendo di non poter più sopperire ai bisogni di Sua madre la affida al Suo discepolo Giovanni, che da quel giorno la accoglie a casa sua. A me ha sempre impressionato questa premura di un uomo morente e sofferente, che rimane come l'ultimo gesto di altruismo nei confronti di chi ama prima di lasciarli.
Egli dà se stesso per noi, soffre per noi, è il gesto di un padre che vede il proprio figlio in pericolo e fa di tutto per aiutarlo, arriva anche a dare se stesso in nome dell’amore per quel figlio. La Sua premura è assoluta tanto grande da trovare il modo di affidare la madre vedova alle cure del Suo discepolo. Quel gesto si rinnova ogni giorno nel cuore di chi desidera stare vicino a Dio.

lunedì 17 novembre 2008

La passione (5)


Giovanni 18:28-19:26 Poi da Caiafa condussero Gesù nel pretorio; era mattino presto. Ma essi non entrarono nel pretorio, per non contaminarsi e poter così mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e disse: «Quale accusa portate contro quest'uomo?».
Essi risposero e gli dissero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo dato nelle mani».
Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge». Ma i Giudei gli dissero: «A noi non è lecito far morire alcuno».
E ciò affinché si adempisse quello che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.
Pilato dunque rientrò nel pretorio chiamò Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù gli rispose: «Dici questo da te stesso, oppure altri te lo hanno detto di me?».
Pilato gli rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua nazione e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani; che hai fatto?».
Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero affinché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui».
Allora Pilato gli disse: «Dunque sei tu re?». Gesù rispose: «Tu dici giustamente che io sono re; per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità; chiunque è per la verità ascolta la mia voce».
Pilato gli chiese: «Che cosa è verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo alcuna colpa in lui.
Ma vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno nella Pasqua; volete dunque che vi liberi il re dei Giudei?».
Allora tutti di nuovo gridarono, dicendo: «Non costui, ma Barabba». Or Barabba era un brigante.
Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare.
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un manto di porpora,
e dicevano: «Salve, o re dei Giudei»; e lo schiaffeggiavano.
Poi Pilato uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, affinché sappiate che non trovo in lui alcuna colpa».
Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
Ora, quando lo videro i capi sacerdoti e le guardie, si misero a gridare, dicendo: «Crocifiggilo, crocifiggilo». Pilato disse loro: «Prendetelo voi e crocifiggetelo, perché io non trovo in lui colpa alcuna».
I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge e secondo la nostra legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
Quando Pilato udì queste parole, ebbe ancor più paura;
e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede alcuna risposta.
Pilato perciò gli disse: «Non mi parli? Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e il potere di liberarti?».
Gesù rispose: «Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto; perciò chi mi ha consegnato nelle tue mani ha maggior colpa».
Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: «Se liberi costui, tu non sei amico di Cesare; chiunque si fa re, si oppone a Cesare».
Pilato dunque, udite queste parole, condusse fuori Gesù e si pose a sedere in tribunale nel luogo detto "Lastrico", e in ebraico "Gabbata";
or era la preparazione della Pasqua, ed era circa l'ora sesta; e disse ai Giudei: «Ecco il vostro re».
Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo». Pilato disse loro: «Crocifiggerò il vostro re?». I capi dei sacerdoti risposero: «Noi non abbiamo altro re che Cesare».
Allora egli lo diede nelle loro mani affinché fosse crocifisso. Ed essi presero Gesù e lo condussero via.

Gesù viene portato davanti a Pilato per essere giudicato e crocifisso . L’intento del gruppo di Giudei è quello di indurre Pilato a crocifiggerlo. Pilato parla con Gesù per capire di che cosa sia accusato perché lui stesso non trova alcuna colpa e così sarà fino alla fine, anche se poi acconsente alla crocifissione. Gesù si dichiara “testimone della verità” al chè Pilato pronuncia una delle due frasi per le quali è ricordato e chiede “Che cosa è la verità?”. Questa frase esce dalla bocca di un uomo certamente disilluso, che nella propria vita aveva partecipato a guerre, svolto funzioni politiche e visto tante volte calpestata la giustizia in nome dell’interesse, dall’alto della sua posizione, che probabilmente aveva perso tutta la sua fiducia nel suo prossimo e qualsiasi tipo di idealismo. Pilato pone una semplice domanda alla quale forse, nel corso della sua vita aveva cercato di dare una risposta positiva senza riuscirci. Egli si trova davanti a Gesù, davanti alla “verità”, ma probabilmente non la riconosce o non la accetta come risposta alle sue domande. Gesù è la risposta alle sue domande ma Pilato non la sa fare sua, come purtroppo molte altre persone hanno fatto prima e dopo lui. Pilato è il prototipo di chi troppo deluso da questa vita e accecato dagli eventi non riesce più a scorgere la luce della verità che giunge da Cristo.

venerdì 3 ottobre 2008

La passione (4)





Luca 22:39-62Poi, uscito, andò come al solito al monte degli ulivi, e anche i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto sul posto, disse loro: «Pregate per non entrare in tentazione».
E si allontanò da loro, circa un tiro di sasso e, postosi in ginocchio, pregava,
dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua».
Allora gli apparve un angelo dal cielo per dargli forza.
Ed egli, essendo in agonia, pregava ancor più intensamente, e il suo sudore divenne simile a grumi di sangue che cadevano a terra.
Alzatosi poi dalla preghiera, venne dai suoi discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza,
e disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione».
Mentre egli parlava ancora, ecco una turba; or colui che si chiamava Giuda uno dei dodici, li precedeva e si accostò a Gesù per baciarlo.
E Gesù gli disse: «Giuda, tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?».
Allora quelli attorno a Gesù, vedendo ciò che stava per accadere, gli dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?».
E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio destro.
Ma Gesù, rispondendo, disse: «Lasciate, basta così». E, toccato l'orecchio di quell'uomo, lo guarì.
Poi Gesù disse ai capi dei sacerdoti, ai capitani del tempio e agli anziani che erano venuti contro di lui: «Siete usciti contro di me con spade e bastoni come contro un brigante?
Mentre ogni giorno io ero con voi nel tempio, voi non metteste mai le mani su di me; ma questa è la vostra ora e la potestà delle tenebre».
Dopo averlo catturato, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote. E Pietro seguiva da lontano.
Quando essi accesero un fuoco in mezzo al cortile e si posero a sedere attorno, Pietro si sedette in mezzo a loro.
Una serva lo vide seduto presso il fuoco, lo guardò attentamente e disse: «Anche costui era con lui».
Ma egli lo negò, dicendo: «Donna, non lo conosco».
Poco dopo lo vide un altro e disse: «Anche tu sei di quelli». Ma Pietro disse: «O uomo, non lo sono».
Passata circa un'ora, un altro affermava con insistenza, dicendo: «In verità anche costui era con lui, perché è Galileo».
Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E subito, mentre ancora parlava, il gallo cantò.
E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».
Allora Pietro uscì fuori e pianse amaramente.
Luca ci racconta un momento davvero difficile del ministerio di Gesù che, nel giardino del Getsemani, cerca il conforto del Padre in un momento così particolare che precede la Sua crocifissione. Molti hanno discusso sul senso delle parole di Gesù pronunciate in questa circostanza, che potrebbero apparire come un segno di debolezza e di ripensamento. Tra le tante interpretazioni quella che ho scelto è quella che vuole Gesù in lotta spirituale, l'ultima, per sconfiggere ancora il Suo principale nemico nel tentativo di questo di distoglierlo dal raggiungimento del Suo obiettivo. Satana sa che la morte di Gesù sulla croce, significa la sua sconfitta e così cerca e lotta con Gesù stesso per impedire che tutto ciò si compia; il sacrificio di Gesù che aprirà le porte della salvezza per l'intera umanità. Tale battaglia è assolutamente tremenda , tanto dura e intensa che anche il Suo fisico ne risente in maniera incredibile tanto che Gesù inizia a sudare sangue.
Finita la preghiera un gruppo numeroso di persone vengono a Lui incontro, precedute da Giuda che con un bacio tradisce Gesù e lo consegna nelle mani dei capi sacerdoti del tempio, venuti per arrestarlo. I discepoli reagiscono violentemente alla cosa e con la spada, Pietro recide un orecchio del servo del sommo sacerdote. Ma Gesù ferma i Suoi invitandoli a riporre le spade e guarendo con un tocco il servo ferito.
Presolo lo portano dal sommo sacerdote. L'arresto di Gesù causa una grande confusione nei discepoli in particolare Pietro che segue il gruppo di persone fino alla casa del sommo sacerdote riuscendo anche ad entrare, ma qui, forse per paura, rinnega di conoscere Cristo. Si avvera così la profezia fatta da Gesù stesso a Pietro poche ore prima.

martedì 23 settembre 2008

La passione (3)


Giovanni 13:1-38 Or prima della festa di Pasqua sapendo Gesù che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
E, finita la cena, avendo già il diavolo messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che egli era proceduto da Dio e a Dio ritornava,
si alzò dalla cena e depose le sue vesti: poi, preso un asciugatoio, se lo cinse.
Dopo aver messo dell'acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui era cinto.
Venne dunque a Simon Pietro. Ed egli gli disse: «Signore tu lavi i piedi a me?».
Gesù rispose e gli disse: «Quello che io faccio, ora non lo comprendi, ma lo comprenderai dopo».
Pietro gli disse: «Tu non mi laverai mai i piedi». Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non avrai nessuna parte con me».
Simon Pietro gli disse: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo».
Gesù gli disse: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno che di lavarsi i piedi ed è tutto mondo; anche voi siete mondi, ma non tutti».
Egli infatti sapeva chi lo avrebbe tradito; perciò disse: «Non tutti siete mondi».
Così, dopo aver lavato i piedi riprese le sue vesti, si mise di nuovo a tavola e disse loro: «Comprendete quello che vi ho fatto?
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.
Io infatti vi ho dato l'esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi.
In verità, in verità vi dico: Il servo non è più grande del suo padrone, né il messaggero più grande di colui che l'ha mandato.
Se sapete queste cose, siete beati se le fate.
Non parlo di voi tutti; io conosco quelli che ho scelto, ma bisogna che si adempia questa Scrittura: "Colui che mangia il pane con me, mi ha levato contro il suo calcagno".
Ve lo dico fin d'ora prima che avvenga, affinché quando sarà avvenuto, crediate che io sono il Cristo.
In verità, in verità vi dico: Chi riceve colui che manderò, riceve me, e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato».
Dette queste cose, Gesù fu turbato nello spirito, e testimoniò e disse: «In verità, in verità vi dico che uno di voi mi tradirà».
I discepoli allora si guardarono l'un l'altro, non riuscendo a capire di chi parlasse.
Or uno dei discepoli, quello che Gesù amava, era appoggiato sul petto di Gesù.
Allora Simon Pietro gli fece cenno di domandare chi fosse colui del quale egli parlava.
E quel discepolo, chinatosi sul petto di Gesù, gli chiese: «Signore, chi è?».
Gesù rispose: «È colui al quale io darò il boccone, dopo averlo intinto». E intinto il boccone, lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
Or dopo quel boccone, Satana entrò in lui. Allora Gesù gli disse: «Quel che fai, fallo presto!».
Ma nessuno di quelli che erano a tavola comprese perché gli avesse detto ciò.
Alcuni infatti pensavano, poiché Giuda teneva la borsa, che Gesù gli avesse detto: «Compra le cose che ci occorrono per la festa», oppure che desse qualcosa ai poveri.
Egli dunque, preso il boccone uscì subito. Era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui.
Se Dio è glorificato in lui, Dio lo glorificherà pure in se stesso e lo glorificherà subito.
Figlioli, per poco tempo sono ancora con voi; voi mi cercherete, ma come ho detto ai Giudei: "Dove io vado voi non potete venire". Così adesso lo dico anche a voi.
Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri.
Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gesù gli rispose: «Là dove io vado, tu non puoi seguirmi ora; ma mi seguirai più tardi».
Pietro gli disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te».
Gesù gli rispose: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: il gallo non canterà, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte».

Sono questi gli ultimi gesti e ultimi atti di Gesù prima della crocifissione che, come un padre con i propri figli, dà le ultime raccomandazioni prima della Sua dipartita. Egli preso un asciugatoio e una bacinella lava i piedi dei suoi discepoli, con grande sorpresa di questi, tanto che Pietro subito si rifiuta non capendo che per essere parte con Cristo deve essere lavato dallo stesso del proprio peccato. Gesù lascia questo messaggio ai Suoi volendo intendere il significato ultimo di ciò che andrà a fare, sacrificare se stesso per i peccati del mondo, invitando gli stessi discepoli a “lavare i piedi gli uni degli altri” raccomandazione che viene rafforzata da Gesù stesso col comando dato ai Suoi “come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri”. Questo comandamento, per il modo e il momento in cui Gesù lo pronuncia, rimarrà come riferimento per i cristiani di lì in avanti; ancora più se poniamo l’attenzione sulle parole successive di Gesù che dice “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”. L’amore viene identificato come l’elemento distintivo del cristiano di tutte le epoche e lo è stato per certo. Un elemento che non soffre di contraddizioni o cattive interpretazioni, che va al di là di quelle che possono essere state le differenze dottrinali dettate, troppo spesso, dal cuore dell’uomo troppo duro e che vuole ad ogni costo porre limiti a Dio. L’amore non può essere frainteso ed è davvero l’unico elemento chiaro, capace di distinguere anche oggi i veri discepoli di Cristo dai falsi profeti.

martedì 16 settembre 2008

La passione (2)


Giovanni 12:12-50 Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui, gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!».
E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra come sta scritto:
«Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d'asina».
Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che avevano fatte queste cose a lui.
La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza.
Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno.
farisei allora dissero tra di loro: «Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro».
Or tra quelli che erano saliti ad adorare a durante la festa c'erano alcuni Greci.
Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: «Signore, vorremmo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea; a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù.
Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L'ora è venuta, in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato.
In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l'onorerà.
Ora l'anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo io sono giunto a quest'ora.
Padre, glorifica il tuo nome!». Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora».
La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
E Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.
Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me».
Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire.
La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?».
Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po'; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va».
«Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro.
Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui,
affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?».
Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora:
«Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca».
Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui.
Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga,
perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio.
Or Gesù gridò e disse: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato.
E chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre.
E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.
Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire ed annunziare.
Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico le dico così come il Padre me le ha dette».

Gesù arriva a Gerusalemme quando la sua fama è già conosciuta da molti a motivo del miracolo compiuto a Betania su Lazzaro. In molti vanno da Gesù per incontrarlo e lo accolgono come un Re, addirittura alcuni greci che si trovano a Gerusalemme vogliono conoscerlo, ma Gesù rendendosi conto di quello che da lì a poco accadrà, evita di incontrarli e preannuncia la propria crocifissione in maniera chiara, anche se non viene capita, come dai propri discepoli che solo più tardi si renderanno conto del significato di quelle parole di Gesù così profetiche. Egli ha ben chiaro ciò che da lì a poco succederà e si paragona ad un granello di frumento che per dare frutto, gettato nella terra, deve morire. Alcuni controbattono a queste parole ricordando le parole dei profeti che volevano che il Cristo rimanesse in eterno, ma a queste parole Gesù ribatte invitando i presenti a seguire la luce, intendendo Lui stesso, fino a quando la stessa è presente e a credere in Lui in modo da diventare “figli di luce”. Chi è “figlio di luce” ha in Lui il Cristo e non potrà mai essere nelle tenebre.
Molti lo osannano, ma solo in pochi, in realtà, credono in Lui e tra questi anche alcuni capi che però, per timore di essere espulsi dalla sinagoga, non osavano confessarlo. Molti non credono in Lui ma si lasciano semplicemente coinvolgere dall’euforia generale che il miracolo di Lazzaro aveva suscitato, tanto che come ora esaltano poche ore dopo saranno pronti, in egual modo a condannarlo alla morte, scegliendo di liberare Barabba, con grande stupore pure di Pilato che, visto tali manifestazioni si aspettava invece un appoggio incondizionato dei più a Gesù.
I farisei, da parte loro, visto il seguito di Gesù, sono sempre più decisi nel fare qualcosa per riportare la situazione sotto il proprio controllo.
Gesù con l’arrivo in Gerusalemme non darà più segni miracolosi, ma i segni sono nel parlare e nell’agire, lasciando che quello per cui era giunto fin lì si compia. Egli ribadisce la Sua natura divina riferendosi a Lui e al Padre come ad una sola persona e che la Sua prima missione non è quella di giudicare il mondo ma di salvare chi crede in Lui, mandato come luce ad illuminare le tenebre.

venerdì 5 settembre 2008

La passione (1)


Giovanni 12:1-11 Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, si recò a Betania dove abitava Lazzaro, colui che era morto e che egli aveva risuscitato dai morti.
E qui gli fecero un convito, Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui.
Maria allora prese una libbra di olio profumato di nardo autentico di gran prezzo, ne unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli; e la casa fu ripiena del profumo di quest'olio.
Allora uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariota, figlio di Simone, quello che stava per tradirlo, disse:
«Perché non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si è dato il ricavato ai poveri?».
Or egli disse questo, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro.
Gesù dunque disse: «Lasciala; essa l'aveva conservato per il giorno della mia sepoltura.
I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei seppe che egli era là, e venne non solo a motivo di Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
Or i capi dei sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro,
perché a motivo di lui molti lasciavano i Giudei e credevano in Gesù.


Prima di andare a Gerusalemme e compiere l’ultimo suo viaggio, Gesù si reca a Betania a incontrare Lazzaro.
Da qui inizia l’ultimo periodo della vita di Gesù a Betania, lì dove era stato resuscitato Lazzaro, e mentre sono tutti a tavola, Maria compie un gesto assolutamente incomprensibile ai presenti. Unge con un olio profumato di nardo, molto costoso, i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli. Questo gesto ricorda molto quello che Gesù farà in seguito di lavare i piedi dei discepoli e come questo simboleggia la sottomissione e il servire. Con questo gesto Maria Maddalena manda un messaggio a Gesù “io sarò sempre tua serva e tua discepola”. Gli apostoli non capiscono quel gesto tanto che Giuda insorge sgridando un tale comportamento, giudicato dallo stesso come uno sperpero di denaro che poteva invece servire a sfamare i poveri. E’ forse qui che si manifestano i primi contrasti tra Gesù e Giuda che condurranno al tradimento di quest’ultimo.
E’ la figura di Maria che prevale in questo momento su quella di Giuda, due figure che entrano in contrasto. Da una parte Giuda e il suo raziocinio puramente umano e dall’altro il desiderio di Maria di essere con Gesù in tutto e per tutto, fino a compiere un gesto umanamente ingiustificato, ma che di lì a poco assumerà un significato davvero inaspettato. Maria unge di olio Gesù come si farebbe a una salma, senza sapere che Gesù è oramai destinato a morire dopo pochi giorni sul legno della croce a Gerusalemme. Sarà poi ancora lei Maria, presente il giorno della resurrezione, davanti alla tomba aperta e a vedere per prima Gesù risuscitato.

lunedì 25 agosto 2008

Matteo 5:3-11


Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.

Quanto sono rivoluzionarie le parole di Gesù, ancora oggi che sovvertono tutti i valori e le logiche su cui si basa troppo spesso la nostra vita, dove il più forte spesso prevale al di là della vera giustizia. Non voglio commentare oltre queste parole perché in esse ognuno deve vedere se stesso e la propria condizione ed anche perché ognuna di queste frasi è il cardine di collegamento con una parte della Bibbia, esse sono profetiche e spirituali allo stesso tempo. Difficile trovare nelle parole di chiunque altro una tale semplicità e profondità espresse contemporaneamente.

giovedì 26 giugno 2008


"Ora queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore"
I Corinzi 13:13


Il tempo passa senza chiedere il nostro parere. La vita scorre e non si può tornare indietro. Per alcuni, la vita non è nient'altro che un'esistenza effimera, fatta di alti e di bassi, di successi e fallimenti, di risa e di pianti. Per altri c'è il peso delle sofferenze che schiaccia i rari momenti di felicità e i brevi periodi di benessere. fra tanti interrogativi, la questione del nostro rapporto con Dio diventa allora prioritaria. eppure in questo momento tribolato ci sono degli uomini e delle donne che hanno una speranza basata su convinzioni profonde. non sono degli incoscenti sono solo persone che hanno voluto fidarsi di un Dio forse invisibile ma ssolutamente concreto . Nella Bibbia c'è un messaggio rivolto a tutti, è il messaggio dell'amore assoluto, dato senza chiedere nulla in cambio. Dato per ognuno di noi, come una mano che si alluga verso l'umanità intera, perchè dall'altra parte qualcuno la afferri a se e faccia suo questo messaggio. Perchè davvero l'amore di Dio è l'unico che può riempire quel vuoto dentro di noi e che può farci sperare nei momenti di difficoltà e tristezza. Quella mano chiede solo che gli venga data fiducia e chiede di essere afferata e lei saprà guidarci lungo il cammino della vita.

mercoledì 18 giugno 2008

Soldato in battaglia.


Questo scritto fu trovato sul corpo di un soldato americano, morto in combattimento in Italia nella "battaglia di Anzio" che seguì allo sbarco delle "Truppe Alleate" durante la Seconda Guerra Mondiale.


Ascolta, Dio, non ti ho mai parlato, ma ora voglio fare la Tua conoscenza. Sai, mi dissero che Tu non esistevi, ed io, come uno sciocco, l'ho creduto.

La notte scorsa, dalla buca di una bomba, ho visto il Tuo cielo; ho compreso allora che mi avevano detto una bugia. Se mi fossi fermato a guardare le cose che Tu hai create, avrei capito che mi ingannavano.

Mi chiedo ora, Dio, se mi accetterai; nonostante tutto sento che mi comprenderai. Curioso, dovevo venire in questo luogo infernale per trovare il tempo di vedere il Tuo volto.

Non mi sembra ci sia ancora molto da dire ma, Dio, sono sicuro di averTi incontrato, oggi, e sono felice. Credo che l'ora X stia per scoccare, ma non ho paura perchè so che Tu sei vicino.

L'allarme: ecco, Dio, devo andare. Mi piaci immensamente, voglio che Tu lo sappia. Ascolta, questa sarà una battaglia tremenda e chissà, forse verrò nella Tua casa questa sera stessa.

Anche se non sono mai stato Tuo amico prima, mi chiedo, Dio, se mi attenderai alla Tua porta. Guarda, piango. Io? in lacrime?

Come avrei voluto conoscerTi in tutti questi anni! Ebbene, devo andare ora Dio. Arrivederci.
Strano, da quando Ti ho incontrato non ho più paura di morire.

mercoledì 11 giugno 2008

Il cristianesimo non è una religione.


Ci sono svariate religioni ma c'è un solo Vangelo.
Tra religione e Cristianesimo c'è una differenza enorme.

La religione è opera dell'uomo.
Il Vangelo è dono di Dio.

La religione è ciò che "l'uomo fa per Dio".
Il Vangelo è ciò che "Dio ha fatto per l'uomo".

La religione è "l'uomo in cerca di Dio".
Il Vangelo è "Dio che si rivela all'uomo".

La religione consiste, per l'uomo, nell'arrampicarsi sulla scala della propria giustizia con la speranza di incontrare Dio sull'ultimo gradino.
Il Vangelo consiste, per Dio, nel discendere la scala, venendo a noi in Cristo, per incontrare noi, peccatori, sul gradino più basso.

La religione è "buona volontà".
Il Vangelo è "Buona Notizia".

La religione è "buoni consigli".
Il Vangelo è "Annuncio Gioioso".

La religione prende l'uomo e lo lascia com'è.
Il Vangelo prende l'uomo com'è, ma ne fa ciò che deve essere.

La religione riforma l'esteriore.
Il Vangelo trasforma nel profondo.

La religione pulisce in superfice.
Il Vangelo pulisce a fondo.

Talvolta la religione non è che una commedia.
Il Vangelo è vita.

Il Vangelo è la "potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede".

venerdì 6 giugno 2008

Alcune promesse contenute nella Bibbia.


Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. ( Vangelo di Giovanni, capitolo 3 - versetto 16 )

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio. ( Lettera ai Romani, cap. 5 - vers. 1-2 )

Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. ( Lettera ai Romani, cap. 8 - vers. 31-34 )

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro. ( 1° Lettera di Giovanni, cap. 3 - vers. 2-3)

Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
( 1° Lettera di Giovanni, cap. 5 - vers.12-13 )

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. ( Lettera ai Colossesi, cap. 1 - vers. 13-14 )

La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria.
( Lettera ai Filippesi, cap. 3 - vers. 20-21 )

Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.
( 2° Lettera ai Tessalonicesi, cap. 2 - vers. 13 )

Dio infatti non ci ha destinati ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. ( 1° Lettera ai Tessalonicesi, cap. 5 - vers.9 )

Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità.
( 2° Lettera a Timoteo, cap. 1 - vers. 9 )

Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo. ( Lettera a Tito, cap. 3 - vers. 5 )

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. ( Lettera ai Romani, cap. 3 - vers. 23-24 )

E' per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti. ( Lettera agli Efesini, cap. 2 - vers. 8-9 )

Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo. Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare; egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette. Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro.
( Lettera agli Ebrei, cap. 7 - vers. 22-25 )

Il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
( 1° lettera ai Tessalonicesi, cap. 5 - vers. 23 )

Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente,
( 1° lettera di Pietro, cap. 5 - vers. 10 )

Dio vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. ( 1° lettera ai Corinzi, cap. 1 - vers. 8 )

Il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno.(2° lettera ai Tessalonicesi cap. 3- vers. 3)

Nessuna tentazione vi à còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. ( 1° lettera ai Corinzi, cap. 10 - vers. 13 )

Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira. Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. ( Lettera ai Romani cap. 5 - vers. 8-10 )

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.(Vangelo di Giov. cap. 10 - vers. 27)

Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca.
Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli,
mi guida lungo le acque calme.
Egli mi ristora l'anima,
mi conduce per sentieri di giustizia,
per amore del suo nome.
Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte
io non temerei alcun male, perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.
Per me tu imbandisci la tavola,
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo;
la mia coppa trabocca.
Certo, beni e bontà m'accompagneranno
tutti i giorni della mia vita;
e io abiterò nella casa del Signore
per lunghi giorni. ( Salmo 23 )

Il mio Dio provvederà abbondantemente a ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza, in Cristo Gesù. ( Lettera ai Filippesi, cap. 4 - vers. 19 )

Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via. ( Vangelo di Giovanni, cap. 14 - vers. 1-4)

Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. ( Vangelo di Giovanni, cap. 14 - vers. 26 )

lunedì 2 giugno 2008

La Bibbia parola di Dio

Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai.
(dalla Bibbia: Libro di Giosuè, capitolo 1, versetto 8)


Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.
Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.
(dalla Bibbia: 2° Lettera di Pietro, capitolo 1 versetti 19-21)


Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.
(dalla Bibbia: Libro dei Salmi, salmo 1, versetti 1-3)


Gesù disse: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
(dalla Bibbia: Vangelo di Giovanni, capitolo 8, versetti 31-32)


Quando si compera un' automobile viene fornito il "Libretto di istruzione" scritto dall'Ingegnere che l'ha progettata, al fine di un corretto uso e manutenzione. Chi accetta per buone tali istruzioni e vi si conforma, può stare sicuro che la sua automobile funzionerà meglio e a lungo.
Così è della "Parola di Dio", la Bibbia; può essere considerata Il "Libretto di istruzione" del nostro Costruttore; chi la legge con gradimento e vi si conforma, cercando in essa la volontà di Dio per noi, vivrà bene ed eviterà nella vita spiacevoli errori. La "vita eterna" che Dio ci offre comincia subito, non è solamente per un tempo futuro.

mercoledì 7 maggio 2008

Betania luogo di vita

Betania il luogo in cui Lazzaro fu risuscitato e il simbolo del passaggio dalla morte alla vita.
Un giorno sentii dire che tutti quanti ogni giorno moriamo un poco in attesa di raggiungere quel giorno che con assoluta certezza, prima o poi arriva. Il conto alla rovescia continua anche ora per ognuno di noi e se non ci pensiamo continuamente è forse solo per una sorta di pazzia o autodifesa che ci fa credere immortali. Ma immortali non siamo anche se dentro di noi abbiamo un anima vivente, in tutto simile a Dio, che ci rende tali ed è forse questo a creare quell’illusione che ci fa dire ciò che non ho fatto oggi lo farò domani. Ma forse un domani non ci sarà.
L’impressione è sempre quella di un angolo dentro di noi assolutamente vuoto che ci fa soffrire e ci rende insoddisfatti, a volte di ogni cosa che facciamo. Ho conosciuto una persona con un ottimo stipendio che poteva permettersi di dare sfogo a una sua passione che era quella delle auto sportive, ma per sua stessa ammissione alla fine tutto ciò era frustrante. In piedi davanti a quell’oggetto del desiderio, nel salone del concessionario, lui provava molta gioia al pensiero di possedere quell’auto, ma la stessa gioia ogni volta svaniva pochi giorni dopo l’acquisto, tutto ritornava normale e l’insoddisfazione dentro lui anche.
Cerchiamo di riempire quel vuoto con ogni mezzo, ma io ho potuto vedere la vera felicità solo in chi ha voluto far riempire quel luogo che ci fa simili a Dio, a Gesù stesso, colui che ha dato la sua vita per noi tutti, colui che ha saputo risuscitare Lazzaro dai morti, colui che può ridare vita alla nostra anima e riempire totalmente quel vuoto dentro di noi.