lunedì 17 novembre 2008

La passione (5)


Giovanni 18:28-19:26 Poi da Caiafa condussero Gesù nel pretorio; era mattino presto. Ma essi non entrarono nel pretorio, per non contaminarsi e poter così mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e disse: «Quale accusa portate contro quest'uomo?».
Essi risposero e gli dissero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo dato nelle mani».
Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge». Ma i Giudei gli dissero: «A noi non è lecito far morire alcuno».
E ciò affinché si adempisse quello che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.
Pilato dunque rientrò nel pretorio chiamò Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù gli rispose: «Dici questo da te stesso, oppure altri te lo hanno detto di me?».
Pilato gli rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua nazione e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani; che hai fatto?».
Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero affinché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui».
Allora Pilato gli disse: «Dunque sei tu re?». Gesù rispose: «Tu dici giustamente che io sono re; per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità; chiunque è per la verità ascolta la mia voce».
Pilato gli chiese: «Che cosa è verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo alcuna colpa in lui.
Ma vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno nella Pasqua; volete dunque che vi liberi il re dei Giudei?».
Allora tutti di nuovo gridarono, dicendo: «Non costui, ma Barabba». Or Barabba era un brigante.
Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare.
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un manto di porpora,
e dicevano: «Salve, o re dei Giudei»; e lo schiaffeggiavano.
Poi Pilato uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, affinché sappiate che non trovo in lui alcuna colpa».
Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
Ora, quando lo videro i capi sacerdoti e le guardie, si misero a gridare, dicendo: «Crocifiggilo, crocifiggilo». Pilato disse loro: «Prendetelo voi e crocifiggetelo, perché io non trovo in lui colpa alcuna».
I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge e secondo la nostra legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
Quando Pilato udì queste parole, ebbe ancor più paura;
e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede alcuna risposta.
Pilato perciò gli disse: «Non mi parli? Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e il potere di liberarti?».
Gesù rispose: «Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto; perciò chi mi ha consegnato nelle tue mani ha maggior colpa».
Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: «Se liberi costui, tu non sei amico di Cesare; chiunque si fa re, si oppone a Cesare».
Pilato dunque, udite queste parole, condusse fuori Gesù e si pose a sedere in tribunale nel luogo detto "Lastrico", e in ebraico "Gabbata";
or era la preparazione della Pasqua, ed era circa l'ora sesta; e disse ai Giudei: «Ecco il vostro re».
Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo». Pilato disse loro: «Crocifiggerò il vostro re?». I capi dei sacerdoti risposero: «Noi non abbiamo altro re che Cesare».
Allora egli lo diede nelle loro mani affinché fosse crocifisso. Ed essi presero Gesù e lo condussero via.

Gesù viene portato davanti a Pilato per essere giudicato e crocifisso . L’intento del gruppo di Giudei è quello di indurre Pilato a crocifiggerlo. Pilato parla con Gesù per capire di che cosa sia accusato perché lui stesso non trova alcuna colpa e così sarà fino alla fine, anche se poi acconsente alla crocifissione. Gesù si dichiara “testimone della verità” al chè Pilato pronuncia una delle due frasi per le quali è ricordato e chiede “Che cosa è la verità?”. Questa frase esce dalla bocca di un uomo certamente disilluso, che nella propria vita aveva partecipato a guerre, svolto funzioni politiche e visto tante volte calpestata la giustizia in nome dell’interesse, dall’alto della sua posizione, che probabilmente aveva perso tutta la sua fiducia nel suo prossimo e qualsiasi tipo di idealismo. Pilato pone una semplice domanda alla quale forse, nel corso della sua vita aveva cercato di dare una risposta positiva senza riuscirci. Egli si trova davanti a Gesù, davanti alla “verità”, ma probabilmente non la riconosce o non la accetta come risposta alle sue domande. Gesù è la risposta alle sue domande ma Pilato non la sa fare sua, come purtroppo molte altre persone hanno fatto prima e dopo lui. Pilato è il prototipo di chi troppo deluso da questa vita e accecato dagli eventi non riesce più a scorgere la luce della verità che giunge da Cristo.