Non so se avete notato, ma tra i
pastori e credenti questa frase sta tornando di moda. Era un po’ che non la
sentivo, ma ora causa alcuni movimenti evangelici che propongono un modo di
essere cristiani più attuale, hanno sentito l’esigenza di riaffermare una
presunta superiorità dei tempi antichi. Un po’ come quando uno un po’ più anziano,
che avrebbe tanto da insegnare, esalta i suoi tempi come momenti di più elevata
moralità, felicità e quant’altro, in paragone a quella attuale. Non so se avete
notato ma è sempre capitato così, i vecchi tempi sono sempre esaltati come
migliori, da tutte le generazioni che fino ad oggi si sono avvicendate su
questa terra, il chè farebbe pensare che il gusto del vintage, sia qualcosa di
insito nell’animo umano, inscindibile da esso.
Parlare di tempi antichi può
risultare molto affascinante e poetico, ma ho notato che ognuno di quelli che
parla di tali periodi ha un ricordo diverso di cosa intende per “sentieri
antichi”. Ognuno ha un suo ricordo di quei momenti, a seconda di dove e quando
li ha vissuti, come è normale che sia, ma sembra che sia molto difficile averne
un ricordo obiettivo. E’ sicuramente utile avere uno sguardo nel passato per
poter imparare dal bello e dal brutto, ma se la storia la scrivono i vincitori,
è anche vero che i ricordi spesso si annebbiano e diventano miti, ma di certo
il mondo che stiamo vivendo non è lo stesso di qualche decennio fa. Chi
propugna l’esempio dei tempi antichi, tante volte, purtroppo non si rende conto
che neppure lui stesso è in grado davvero di vivere come lo si faceva una
volta. I miei ricordi arrivano a quella che erano le comunità all’inizio degli
anni ’80, quando i locali erano piccoli e spesso affollati. Quando si cercava
di fare con quello che si aveva senza troppe pretese. Ricordo di un pastore che,
senza patente arrivava al culto con la vespa special, e che al lunedì mattina
andava a lavorare come manovale, che ha continuato a fare fino al giorno della
pensione. Un pastore che non sapeva usare espressioni e parole ricercate, ma
che comunque sapeva condurre una chiesa con la semplicità. Erano pastori che
sapevano ancora parlare con le persone, anche quando non erano sul pulpito e
che sapevano dare una parola di conforto che non costa nulla, ma può aiutare
molto. Gli stessi pastori che vorrebbero i “tempi antichi”, vivono o saprebbero
vivere in quella maniera?
Prima di citare i tempi antichi,
bisognerebbe che ognuno si facesse un esame di coscienza, domandandosi, cosa
intende con tale espressione, oramai troppo inflazionata, che a volte nasconde
una incapacità di vivere il presente.
Il passato può insegnare, ma
meglio pensare all’oggi.