martedì 16 settembre 2008

La passione (2)


Giovanni 12:12-50 Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui, gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!».
E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra come sta scritto:
«Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d'asina».
Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che avevano fatte queste cose a lui.
La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza.
Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno.
farisei allora dissero tra di loro: «Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro».
Or tra quelli che erano saliti ad adorare a durante la festa c'erano alcuni Greci.
Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: «Signore, vorremmo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea; a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù.
Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L'ora è venuta, in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato.
In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l'onorerà.
Ora l'anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo io sono giunto a quest'ora.
Padre, glorifica il tuo nome!». Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora».
La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
E Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.
Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me».
Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire.
La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?».
Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po'; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va».
«Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro.
Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui,
affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?».
Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora:
«Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca».
Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui.
Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga,
perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio.
Or Gesù gridò e disse: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato.
E chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre.
E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno.
Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire ed annunziare.
Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico le dico così come il Padre me le ha dette».

Gesù arriva a Gerusalemme quando la sua fama è già conosciuta da molti a motivo del miracolo compiuto a Betania su Lazzaro. In molti vanno da Gesù per incontrarlo e lo accolgono come un Re, addirittura alcuni greci che si trovano a Gerusalemme vogliono conoscerlo, ma Gesù rendendosi conto di quello che da lì a poco accadrà, evita di incontrarli e preannuncia la propria crocifissione in maniera chiara, anche se non viene capita, come dai propri discepoli che solo più tardi si renderanno conto del significato di quelle parole di Gesù così profetiche. Egli ha ben chiaro ciò che da lì a poco succederà e si paragona ad un granello di frumento che per dare frutto, gettato nella terra, deve morire. Alcuni controbattono a queste parole ricordando le parole dei profeti che volevano che il Cristo rimanesse in eterno, ma a queste parole Gesù ribatte invitando i presenti a seguire la luce, intendendo Lui stesso, fino a quando la stessa è presente e a credere in Lui in modo da diventare “figli di luce”. Chi è “figlio di luce” ha in Lui il Cristo e non potrà mai essere nelle tenebre.
Molti lo osannano, ma solo in pochi, in realtà, credono in Lui e tra questi anche alcuni capi che però, per timore di essere espulsi dalla sinagoga, non osavano confessarlo. Molti non credono in Lui ma si lasciano semplicemente coinvolgere dall’euforia generale che il miracolo di Lazzaro aveva suscitato, tanto che come ora esaltano poche ore dopo saranno pronti, in egual modo a condannarlo alla morte, scegliendo di liberare Barabba, con grande stupore pure di Pilato che, visto tali manifestazioni si aspettava invece un appoggio incondizionato dei più a Gesù.
I farisei, da parte loro, visto il seguito di Gesù, sono sempre più decisi nel fare qualcosa per riportare la situazione sotto il proprio controllo.
Gesù con l’arrivo in Gerusalemme non darà più segni miracolosi, ma i segni sono nel parlare e nell’agire, lasciando che quello per cui era giunto fin lì si compia. Egli ribadisce la Sua natura divina riferendosi a Lui e al Padre come ad una sola persona e che la Sua prima missione non è quella di giudicare il mondo ma di salvare chi crede in Lui, mandato come luce ad illuminare le tenebre.

Nessun commento: