lunedì 14 agosto 2017

Persone vere

Nelle chiese ultimamente, ma forse da sempre, c'è un forte dibattito sui giusti metodi di evangelizzazione. C'è chi è per la pura tradizione, che sola parola e la predicazione della stessa possa essere usata, usando tra l'altro un certo linguaggio ed espressioni, spesso incomprensibili ai più. Altri usano invece metodi “più accattivanti”, con il rischio di diluirne il significato. Ci sono pastori che imparano il discorso a memoria, dedicando inutilmente tanto tempo alla cosa, solo per apparire finti o cattivi attori. La verità è che non esiste e non è mai esistito un giusto metodo per evangelizzare.
Un grande esempio è la predicazione di Pietro il giorno della Pentecoste, quando grazie ad una predicazione semplicissima, migliaia di persone si convertirono. Cosa avevano di speciale le parole di Pietro quel giorno? A ben leggerle probabilmente nulla; ho ascoltato negli anni predicazioni ben più belle e ricercate, ma meno efficaci. Quello che c'era dietro le parole di Pietro era Pietro stesso e il suo amore per Dio. Pietro, da persona del popolo quale era, non poteva dire cose particolarmente sofisticate, ma espresse ciò che aveva dentro con semplicità, con le sole parole che conosceva, mostrando ciò che era. Le sue parole furono efficaci perchè espresse da una persona VERA. Quando una persona VERA parla, chi ascolta sa per istinto che quelle parole sono VERE. E' quello che convinse le persone. Non esistono parole magiche o modi particolari di esprimersi per parlare di Dio. Basta essere PERSONE VERE.

lunedì 31 luglio 2017

Immagini vs realtà

Ci dicono che noi, uomini del ventunesimo secolo siamo schiavi delle immagini a cui ci conformiamo e ci adattiamo. In realtà è sempre stato così, in forma diversa, ma è sempre stato così. La moda è sempre esistita, e immagini che ci mostrano un mondo da una certa prospettiva, alle quali conformarci c'è sempre stato.
I pittori, qualche secolo fa, spesso dipingevano figure dal significato religioso, che potessero ispirare sentimenti nei confronti di Dio. Il loro era un lavoro e lo svolgevano per chi era disposto a pagarlo, e il clero erano tra i pochi ad avere ingenti quantità di denaro a disposizione, per cui è normale la grande quantità di quadri e dipinti a sfondo religioso, ancora oggi ben visibili nelle chiese cattoliche e nei musei.  Ma quasi sempre questi quadri mostrano, ad esempio, gli apostoli come dei vecchi o persone di mezza età, quando in realtà erano ragazzi di vent'anni o poco più quando decisero di seguire Gesù, sovvertendo un po' la verità storica, ben diversa da quella mostrata.
Gli apostoli erano dei ribelli rivoluzionari, che non volevano conformarsi a questo mondo ed al consueto modo di ragionare. Ma erano ragazzi con la stesso animo, che muove i sentimenti dei ragazzi di oggi. Furono proprio loro che, di lì a poco dovettero prendere in mano il testimone lasciatogli da Gesù e portare avanti un messaggio, che avrebbe davvero rivoluzionato il mondo.
Se gli stessi apostoli avessero vissuto oggi e fossero stati membri ventenni della maggior parte delle comunità religiose, che si professano cristiane, con ogni probabilità, sarebbero stati confinati ai margini e fatto di tutto per metterli a tacere. Come del resto provò a fare chi all'epoca si professava capo della religione monoteista, serva dell'Iddio vivente. Ma quando Dio stesso decide una cosa, quella non può essere fermata.
L'animo e i sentimenti di quei giovani continuano a vivere oggi, come l'animo e i sentimenti di chi volle ostacolarli: a ognuno di noi scegliere da che parte stare.

sabato 29 luglio 2017

Giovani vs anziani

Jesus is a revolution clicca sopra


“Quando ero giovane io era tutto meglio... noi eravamo meglio dei giovani di oggi, tutto era più bello”. Quante volte avete ascoltato o detto questa frase? Sarei ricco se mi avessero dato un centesimo ogni volta che l'ho ascoltata. Ma la verità è che le persone di una certa età, quando si confrontano con i giovani, manifestano un difetto di memoria non trascurabile.
La nostra gioventù non è stata migliore o peggiore di quella attuale. Non è vero che era un mondo meno pericoloso, meno brutale, più umano. Non è vero che eravamo migliori dei giovani di oggi; il problema è che non ce lo ricordiamo. I ricordi rimangono nella nostra mente, ma dopo un po' tutto si annebbia e si attenua come se venisse coperto da un velo, e guardando tutto ciò con gli occhi di oggi, tutto appare diverso. Da non trascurare anche il fattore “nostalgia”: chi non vorrebbe ritornare indietro e rivivere la propria gioventù, magari con la testa e l'esperienza di oggi?
In sostanza un po' la memoria e un po' l'invidia fanno il tutto, fino a far apparire ogni cosa sotto una luce diversa da quella reale.
I giovani di oggi hanno la stessa energia che avevamo noi, anzi, hanno potenzialità ancora maggiori, ma troppo spesso vogliamo ingabbiarli e tenerli segregati nelle nostre convinzioni e modelli, senza capire, che loro non vivono nel nostro mondo di trenta o quarant'anni fa, ma vivono il loro tempo. Dobbiamo lasciare fare, anche se a volte vuol dire lasciarli sbagliare. Dio non ci impedisce di cadere, ma non permette che ci facciamo troppo male. Dobbiamo pensare a queste cose. Dobbiamo pensare che, per certi versi loro sono diversi da noi e forse migliori.

venerdì 28 luglio 2017

Guarire è un po' morire

Ho guardato in faccia il mio dottore, quello che fra poco, mi farà una bella ecografia. L'ho osservato bene e debbo dire che non credo possa fare miracoli. Ho cercato di guardarlo dentro, anche senza ecografo, per scoprire che anche lui è uomo come me.
"Dottore, ma lei ha davvero mai guarito qualcuno?"
"Certo ne ho guariti tanti e vedrà anche lei guarirà" un po' stupito.
"Quindi posso essere tranquillo, non morirò? Potrò venire da lei ogni volta e lei sarà sempre in grado di guarirmi e non farmi mai morire?"
Ancora più stupito "Prima o poi tutti moriamo, e la morte è una malattia dalla quale non si guarisce... purtroppo"
"Allora dottore, lei non ha mai davvero guarito qualcuno, o se l'ha fatto era una guarigione solo momentanea, o sbaglio".
Alla fine tutti noi siamo umani e non c'è nessuno su questa terra che possa davvero guarirti. Solo Gesù ha parole di vita eterna.

lunedì 23 gennaio 2017

Quanto certi quadri e certi film ci condizionano la mente? Pensando a Gesù ci si immagina una persona seria e imperturbabile; che nulla potesse smuoverlo o farlo vacillare. Gli apostoli e gli evangelisti, color che avevano vissuto al Suo fianco, a ben vedere ce lo presentano invece più umano di quello cui noi vogliamo credere. Ci raccontano di un Gesù che pianse, nel giardino del Getsemani (Marco 14:32-52). Un Gesù che si emozionò, davanti alle sofferenze delle persone (Luca 7:11-17). Un Gesù triste, quando, dopo aver sfamato e fatto grandi cose per migliaia di persone, fu abbandonato da questi (Giovanni 6:60-66). Gesù era molto più umano di quello che ci immaginiamo, anzi era umano in tutto e per tutto. Questo per comprendere che non dobbiamo vergognarci dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, di quel che siamo. Dio così ci ha fatti e così ci vuole. Dio vuole che impariamo ad usare al meglio ciò che abbiamo, levando ogni maschera dal nostro volto, che usiamo sempre, per piacere a Dio, non agli uomini.