“Quando
ero giovane io era tutto meglio... noi eravamo meglio dei giovani di
oggi, tutto era più bello”. Quante volte avete ascoltato o detto
questa frase? Sarei ricco se mi avessero dato un centesimo ogni volta
che l'ho ascoltata. Ma la verità è che le persone di una certa età,
quando si confrontano con i giovani, manifestano un difetto di
memoria non trascurabile.
La
nostra gioventù non è stata migliore o peggiore di quella attuale.
Non è vero che era un mondo meno pericoloso, meno brutale, più
umano. Non è vero che eravamo migliori dei giovani di oggi; il
problema è che non ce lo ricordiamo. I ricordi rimangono nella
nostra mente, ma dopo un po' tutto si annebbia e si attenua come se
venisse coperto da un velo, e guardando tutto ciò con gli occhi di oggi,
tutto appare diverso. Da non trascurare anche il fattore “nostalgia”:
chi non vorrebbe ritornare indietro e rivivere la propria gioventù,
magari con la testa e l'esperienza di oggi?
In
sostanza un po' la memoria e un po' l'invidia fanno il tutto, fino a
far apparire ogni cosa sotto una luce diversa da quella reale.
I
giovani di oggi hanno la stessa energia che avevamo noi, anzi, hanno
potenzialità ancora maggiori, ma troppo spesso vogliamo ingabbiarli
e tenerli segregati nelle nostre convinzioni e modelli, senza capire,
che loro non vivono nel nostro mondo di trenta o quarant'anni fa, ma
vivono il loro tempo. Dobbiamo lasciare fare, anche se a volte vuol
dire lasciarli sbagliare. Dio non ci impedisce di cadere, ma non
permette che ci facciamo troppo male. Dobbiamo pensare a queste cose.
Dobbiamo pensare che, per certi versi loro sono diversi da noi e
forse migliori.
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