martedì 4 ottobre 2016


Posto che vai usanza che trovi


 
La sua capacità di socializzare e stabilire relazioni con un ampio numero di individui sono due tra le caratteristiche umane più significative e che hanno di fatto determinato lo sviluppo economico e culturale dell'uomo.. Ma le relazioni sociali non sono sempre semplici. Socializzare vuole dire ascoltare, condividere, capire, ragionare, discutere, ecc... Il confronto è assolutamente necessario, come sono necessarie norme comunemente accettate che regolino lo stare insieme.
Ce ne rendiamo conto quando abbiamo a che fare con persone che provengono da posti diversi con culture diverse e modi di fare diversi. Questo problema è presente oggi come lo era duemila anni fa . Nel momento in cui la chiesa cristiana divenne una cosa diversa da quello che era stata, fino ad allora la fede ebraica, da cui deriva, dovette affrontare il problema. Perchè non era più relegata ad un unico popolo con un'unica origine e cultura molto simile tra gli appartenenti. Ma era una fede per la prima volta “universale”. Dio non era solo quello di una ristretta cerchia di persone, ma era il Dio di ogni essere umano che comminava o che avrebbe camminato su questa terra.
In maniera incredibile, questa nuova fede si diffuse un po' ovunque nel giro di poco più di cento anni. Arrivò in Grecia come a Roma, partendo da un piccolo paese, politicamente ed economicamente quasi insignificante come Gerusalemme. Paolo ci racconta che arrivò anche a Corinto e lì dovette confrontarsi con quella che era la cultura e le usanze di quella parte di mondo, che aveva influenzato, fino a quel momento tutto il mondo conosciuto; esportando ovunque la propria cultura e credo religioso. A Corinto c'era un gruppo di cristiani che dovevano confrontarsi ogni giorno con il resto della popolazione di una cittadina tra le principali della Grecia antica in cui era presente il tempio dedicato ad Apollo, importante divinità greca. Una delle usanze del luogo era quella che le donne sposate o promesse spose dovevano essere velate per simboleggiare questa condizione. Trovate qui i riferimenti storici.
Questa usanza greco-pagana era molto diffusa e ancor più sentita in Grecia e a Corinto, tanto che Paolo dovette intervenire (I Corinzi 11:2-16) per ribadire la necessità di non contraddire questo modo di fare, per non incorrere in quella che oggi chiameremo “cattiva testimonianza”. A Corinto le uniche donne senza velo erano le bambine o le prostitute e chiunque avesse contraddetto tale regola sarebbe stata così percepita. Non utilizzarlo avrebbe di certo significato disonorare il marito e Dio stesso davanti agli abitanti di Corinto. Paolo ci insegna che è assolutamente necessario per un cristiano rispettare il prossimo e rispettare il suo modo modo di essere, nonché le regole sociali del luogo in cui ci troviamo. Ciò non vuol dire conformarsi, ma vuole dire amare il prossimo.


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